Gli strumenti del mestiere
Attrezzi da pesca
RETE A STRASCICO ITALIANA
Con la pezza sotto più lunga si ha che la forza di traino viene esercitata prevalentemente sulla lima da sugheri. Ciò permette alla lima da piombi fortemente piombata e con scarsa tensione, di mantenere una perfetta aderenza al fondo e quindi di sollevare il pesce che tenderebbe a trovare scampo acquattandosi sul fondo stesso.
La rete a strascico italiana ha due braccia molto lunghe rispetto a quelle delle altre reti a strascico. Le braccia infatti hanno una lunghezza che si avvicina a quella del corpo della rete senza il sacco. La parte superiore della rete è chiamata cielo ed è formata da varie pezze di rete a maglia degradante. La parte inferiore viene chiamata tassello o lenza.
Il sacco ha dimensioni appropriate al natante e alle catture che si presume di effettuare ed è generalmente protetto da una fodera che lo avvolge completamente, lo protegge dall’abrasione nella sua parte inferiore (a volte questa parte è ulteriormente rinforzata da un fodero in gomma, od altri materiali) e lo rinforza in caso di saccate molto grosse. Generalmente le braccia, il cielo ed il sacco sono in rete senza nodo il tassello è costituito da una pezza di rete annodata con filo molto grosso, a volte prodotto con stoppino o materiale scadente dato che deve reggere solo alla abrasione visto che il tiro è praticamente solo sulla parte superiore o cielo.
Le due braccia terminano in due mazzette o stazze di 40 – 60 cm in legno o ferro.
L’apertura orizzontale dalla rete è assicurata dai divergenti o porte. I pescatori italiani usano prevalentemente divergenti rettangolari piatti in legno bordato di ferro. Divergenti in plastica, in ferro, ovali, bombati sono noti e sembra che trovino buona accoglienza tra i pescatori.
Tra la rete e i divergenti vi sono i calamenti o scavezzi che nel caso della rete italiana sono molto lunghi (200 – 250 metri) mentre altre reti a strascico sono usate con calamenti meno che dimezzati.
Tremaglio
E’ la più nota tra le reti da posta ed è formata da tre pezze di rete sovrapposte ed armate con diverso rapporto di armamento sulle stesse due lime da sughero e da piombo. Le due pezze esterne identiche e formate da maglie molto grandi sono armate sulle lime con un rapporto di armamento abbastanza alto (0,6 – 0,7) mentre la pezza intermedia ha maglie piccole e rapporto di armamentobasso (0,4 – 0,5).
RETE DA POSTA FISSA A TRAMAGLIO
Ciò permette una sovrabbondanza di rete nella pezza a maglia piccola.
Il pesce quindi che incontra nel suo cammino la rete e cerca di superarla, da qualunque parte provenga, supera abbastanza agevolmente la maglia grande della pezza esterna (il maglione) e preme sulla pezza a maglia piccola che essendo sovrabbondante fa una sacca delimitata dalla maglia grande della terza pezza di rete. In questa sacca il pesce resta invillupato senza nessuna possibilità di fuga; da qui verrà prelevato dal pescatore quando salpa la rete.
Il tremaglio viene generalmente calato sul fondo per la cattura di specie pregiate.
Le dimensioni delle maglie e dei maglioni come i rapporti di armamento sulle lime variano da zona a zona e da un pescatore ad un altro.
Questo fa si che generalmente il tremaglio, come dopotutto la quasi totalità degli attrezzi da pesca, sia armato direttamente dal pescatore che lo deve pescare, nei momenti di intervallo tra una pescata e l’altra per mare cattivo.
Reti da posta fisse
La distinzione tra tremaglio e rete ad imbrocco riguarda il tipo di armamento delle due reti. Per quanto riguarda l’uso, le reti da posta si distinguono in fisse, derivanti, circuitanti.
Le reti da posta fisse vengono calate sul fondo marino, o in prossimità di esso o anche a mezz’acqua, ma sono in ogni caso ancorate ad intervalli regolari al fondo marino stesso.
In superficie vengono segnalate da galleggianti che hanno lo scopo di permetterne il recupero.
Le reti da posta fisse infatti vengono calate ed abbandonate in mare lasciando sul posto un galleggiante ad esse collegato. Quando passato il tempo di cala, variabile da zona a zona noto al pescatore per lunga esperienza di pesca, le si vuole salpare, ci si dirige sul galleggiante lo si recupera e con esso la rete col pesce ammagliato.
Reti da posta circuitanti
Le reti da posta generalmente vengono calate in linea retta o discostandosi poco da questa. Anche quando vengono calate a zig-zag comunque non racchiudono mai un tratto di mare, restano solo e sempre reti di sbarramento.
La rete circuitante viene invece volutamente calata a cerchio, o a semicerchio se in prossimità della costa, allo scopo di imprigionare i pesci che si trovano nello spazio delimitato dalla rete stessa.
Si cerca poi in qualche modo di impaurirli, con rumori ad esempio, in modo che cercando la fuga si dirigono contro le reti e vi restino ammagliati.
La rete da posta circuitante è la meno usata, anche se non mancano zone in cui questa tecnica è molto conosciuta e sofisticata.
Nasse
Le nasse sono piccole trappole che vengono salpate ogni volta che si preleva il pesce e calate o no sullo stesso posto a giudizio del pescatore.
Le nasse vengono generalmente innescate: anche la scelta dell’esca ha la sua importanza nella pesca professionale. L’esca deve essere appetibile dal pesce per attirarlo, ma nel contempo deve costare poco. Anche n questo caso l’astuzia, l’esperienza, lo spirito di osservazione sono fondamentali. Non sempre l’esca è scelta tra quanto può essere cibo al esce, basti pensare alle foglie dì lauro per attirare le seppie.
Le nasse possono essere costruite con vimini, con rete montata su una intelaiatura rigida in legno o ferro, possono essere smontabili, componibili,
Oggi vengono anche costruite in serie in materiale plastico. Le bocche di ingresso sono generalmente fatte a mano, a forma di imbuto o in rete o in filo di ferro.
La pesca delle nasse viene generalmente effettuato da pescatori con piccole barche o remi o con un piccolo motore. Se comunque si vuole operare abbastanza al largo in fondali caso mai non strascicabili, ma ricchi di pesce è necessario un peschereccio più attrezzato. In questo caso le nasse non sono calate una per una, ma unite tutte quante a distanza conveniente ad una corda chiamata come per il palangaro madre o trave.
Naturalmente in questo caso il salpamento non è più manuale, ma tramite verrnicello.
Reti da posta ferrettara
Si tratta di reti da posta destinate alla cattura di specie pelagiche, calate a mezz’acqua con la lima da sugheri in superficie.
Sono sempre fermate da un unica pezza di rete, sono cioè reti ad imbrocco (dette anche «schiette»)
Per la costruzione delle pezze di rete viene usata la fibra poliammidica ritorta (tortiglia di nylon). La rete è sempre annodata.
La cattura avviene, come per le altre reti da posta formata da un unica pezza di rete, per imbrocco, per ammagliamento o per impigliamento del pesce.
Naturalmente hanno maglie diverse in funzione della specie cui sono destinate.
I parametri principali di queste reti sono:
lunghezza della rete: convenzionalmente, per le reti da posta, per lunghezza della rete si intende la lunghezza della lima da sugheri;
altezza della rete: convenzionalmente si intende il prodotto tra il numero di maglie in altezza e la lunghezza della maglia. In questo modo si ottiene l’altezza teorica massima. L’altezza reale è naturalmente inferiore;
dimensione di maglia: come dimensione di maglia vengono indicate o la lunghezza di maglia o il lato di maglia.
Lenze
Le lenze sono meno usate professionalmente dei palangari, ma in alcuni casi possono portare anche esse delle buone catture.
Le lenze, a differenza di palangari, vengono calate e tenute prevalentemente sotto controllo continuo da parte del pescatore. Appena un pesce abbocca si inizia il recupero, agendo in modo da garantire che il pesce non possa liberarsi.
Le lenze possono essere tenute direttamente con la mano o tramite una canna da pesca, possono essere lasciate ferme in attesa che un pesce vi abbocchi, o possono essere mosse o trainate a velocità conveniente per invogliare i predatori ad inseguire l’esca, dato che in natura le prede generalmente si muovono e giuzzano per sfuggire ai predatori.
Palangaro
Il palangaro è formato da un insieme molto numeroso di ami uniti insieme. Su di un cavetto (può essere formato da filo o corda ritorta, filo o corda trecciata, monofilo o anche da una piccola fune in acciaio) chiamato trave o madre del palangaro, ad intervalli regolari sono montati,con spezzoni di filo chiamati braccioli, gli ami. La distanza tra un amo e un altro è normalmente poco superiore al doppio della lunghezza dei braccioli.
I palangari possono essere calati in prossimità del fondo e qui ancorati (palangari fissi) per la cattura del pesce di fondo oppure possono
Rapido
Il rapido è un tipo di rete a strascico a bocca fissa; è un attrezzo ingegnosissimo scogitato dai pescatori italiani principalmente per cattura delle sogliole.
La bocca e formata da una intelaiatura rigida su cui sono montati i denti arcuati che penetrano nel fondo marino qualche centimetro ed obbligano le sogliole che si acquattano e mimetizzano col fondo a sollevarsi e ad entrare nella rete che ha una apertura di bocca in senso verticale estremamente limitata (20 cm circa). Le slitte montate ad intervalli regolari impediscono ai denti di penetrare nel fango più del necessario. Man mano che i denti si consumano vengono abbassati a martellate fino a quando sono completamente consumati e viene cambiato il “ferro” con uno a denti nuovi.
Sulla parte superiore del rapido è montata una tavola inclinata che fa da depressore.
Più si tira velocemente e più il rapido mantiene ed aumenta la sua aderenza al fondo.
Da questo il nome “rapido” attrezzo che può essere trainato rapidamente. La regolazione della inclinazione della tavola è molto importante per il buon funzionamento del rapido, come molto importante è la giusta sporgenza dei denti dalla slitta. Se essi sporgono troppo frenano inutilmente il peschereccio, se sporgono poco, non fanno sollevare tutte le sogliole presenti. In pratica ogni cala, si debbono controllare e regolare.
Le dimensioni orizzontali del rapido variano in funzione della potenza, ma generalmente non superano i quattro metri anche per semplicità e sicurezza della manovra. Ogni natante tira due, tre o anche quattro rapidi a seconda della potenza.
Le cale sono generalmente molto brevi, circa un’ora, anche per evitare che un qualunque corpo estraneo (pezzo di corda, barattolo etc.) incastrato nei denti tolga pescosità all’attrezzo. Salpando frequentemente si liberano i denti da eventuali corpi estranei.
Con cale brevi e l’uso anche di quattro attrezzi contemporaneamente il lavoro a bordo diventa molto duro.
Le catture del rapido consistono principalmente di sogliole, sia come quantitativo che come valore economico. In alcune zone viene usato anche per la cattura di molluschi quali cappesante e canestrelli.
La rete cucita sulla bocca del rapido è formata da varie pezze di maglie diverse. Generalmente si consuma molto rapidamente per abrasione ed è perciò protetta con un foderone, oltre che essere confezionata con filo molto grosso. Si preferisce la rete senza nodo.
Il rapido viene usato su fondi strascicabili sabbiosi o fangosi a profondità limitata. E’ quindi molto usato in Adriatico e limitatamente in Tirreno.